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DEMONOLOGIA

In senso generale è l'elaborazione delle credenze intorno alla fisionomia e al rapporto con le vicende umane degli spiriti demoni, intesi, già nelle religioni primitive, come forze animatrici delle cose naturali o come creature extramondane, di natura per lo più incorporea e sottratte alle leggi fisiche ordinarie, in qualche caso prolungamento della vita dei defunti, soprattutto se insepolti o morti di morte violenta, che continuerebbero a far sentire un influsso ritenuto generalmente negativo. Nella tradizione cristiana la demonologia si è incentrata sulla caduta di parte delle creature angeliche originarie, relegate per la loro ribellione nel mondo infero della sofferenza eterna e strutturate in una gerarchia capovolta, facente capo al Diavolo o Satana, con un ruolo antagonista a quello divino. Ne è derivata la concezione, aperta anche a esiti di tipo dualistico, della storia della salvezza come liberazione di un'umanità oppressa da potenze malvage che devono essere combattute e sconfitte. Queste ultime appaiono protagoniste di un continuo assalto recato agli uomini in generale e agli aspiranti alla perfezione in particolare, allo scopo di attrarli, con inganni e richiami allettanti, sotto il loro dominio. Le armi delle potenze infernali sono le tentazioni, che talora condizionano così profondamente l'autonomia degli individui da turbarne l'equilibrio fisico e psichico. Le ossessioni e la possessione diabolica erano ritenute il vertice di questa intrusione del Principe del male nel corpo dei singoli, al cui assoggettamento la chiesa contrapponeva le tecniche dell'esorcismo. L'ondata di repressione della stregoneria, a partire dal XV secolo, arricchì di nuovi motivi le credenze tradizionali intorno alla possibilità di intime commistioni fra il soggetto e le manifestazioni del Demonio. Largamente condivise ben oltre il Medioevo, esse rimasero nei secoli dell'età moderna uno dei pilastri di una vigorosa azione pastorale centrata sull'idea della paura, sulla minaccia della morte e dei castighi eterni. Solo a partire dal tardo Seicento e dal Settecento il progredire delle conoscenze scientifiche e psicologiche favorì una revisione in senso scettico della costruzione immaginaria sedimentatasi sul nucleo del dogma ecclesiastico, creando le premesse di un ridimensionamento che comunque continua a convivere, nel cuore della civiltà industriale contemporanea, con miti e superstizioni ereditati da un lontano passato.

D. Zardin